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L’aspetto descrive di noi chi siamo, cosa o come vorremmo essere, cosa facciamo o vorremmo fare e lo fa con istantaneità, prima ancora di parlare.

Dalla mia immagine vi sarete già fatti delle idee su di me, per lo più di scala valoriale. Potete mentire a voi stesse o voi stessi o fermarvi a riflettere e accettare che l’aspetto ha un impatto che crea aspettative.

Non solo, nel leggere le righe sottostanti ed eventualmente approfondire al “chi sono”, ecc. tenderete a ricercare quella prima impressione nelle parole, vi stupirete di aver mal interpretato tanto quanto di aver ben interpretato il vostro pensiero istintivo.

Credo che, per quanto sia comune pensare che gestire la propria immagine sia qualcosa di superficiale, nella realtà di tutti i giorni questo aspetto condizioni la relazione interpersonale.
Se davvero non fosse importante nella comunicazione, perché “prepararsi” per uscire, andare al lavoro, ad un primo appuntamento, per restare in casa, ecc.?

Vi lascio riflettere e aggiungo che quella della comunicazione non verbale (abiti, gesti, ecc.) trattandosi di una abilità acquisita in gran parte automaticamente stando all’interno di una data società e cultura, spesso non fa porre il problema di affinarla, pur mantenendola personale e autentica.

Eppure trovare le giuste modalità per gestire con agio, facilità ed efficacia le scelte per abiti, accessori, colori, abbinamenti, gesti e atteggiamento permette di focalizzare anche visivamente in modo chiaro, per i diversi contesti, le proprie caratteristiche quali valori, particolarità, potenzialità, qualità.

Vedersi/sentirsi attraverso il proprio aspetto aiuta a rafforzare la comunicazione della propria identità, facendo allineare ciò che desideriamo mostrare di noi alla realtà, evitando fraintendimenti.

Un percorso d’immagine serve a comprendere meglio ciò che vogliamo esprimere agli altri e a noi stessi e soprattutto come poterlo fare al massimo delle proprie potenzialità nella vita reale e senza “contraffarsi” (per questo le mie foto sono naturalmente imperfette, cioè reali).